La carenza di sbocchi professionali dopo anni di studi e/o la voglia di intraprendere un’ attivita’ lavorativa in tempi brevi induce spesso i piu’ o meno giovani a stipulare contratti di “ somministrazione” con i call-center di compagnie telefoniche. Tali contratti vengono prorogati e rinnovati per una o due volte creando nei lavoratori false speranze di sicurezza lavorativa, che sfumano in una scadenza seguita dall’attesa, dei dipendenti che nel corso degli anni hanno svolto diligentemente l’attività lavorativa, di una telefonata di rinnovo del contratto a tempo indeterminato e viceversa dal silenzio dei datori di lavoro.
Il suddetto silenzio e’ stato interrotto da due dipendenti di una compagnia telefonica che dopo anni di lavoro presso la detta compagnia, a seguito della scadenza senza rinnovo hanno incoato un giudizio che in secondo grado si e’ concluso con una sentenza di accoglimento delle pretese delle lavoratrici da parte della Corte di Appello sez. lavoro palermitana.
La Corte infatti ha disposto la reintegrazione delle lavoratrici nel posto di lavoro, atteso che le stesse erano state impiegate in modo illegittimo, tramite contratti di somministrazione part-time di cinque ore, contratti atipici molto diffusi per il personale reclutato dalle agenzie interinali, che in realta’ avevano dato vita ad un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato sin dal primo giorno di lavoro.